lunedì 7 maggio 2007

il vecchio ardoreIII




L'amore non ha età 3°




Uomo che pensa realmente di poter gestire la sua mente e la sua anima fino in fondo, che si illude di comandare la natura, gli atomi, i neuroni, i neutroni, i neutrini, l’energia infinitesimale dell’universo. Che sciocco, basta guardare quel bimbo che sgambetta felice, quasi saltellando porgendo le piccole mani alla donna sulla destra e a quell’uomo anziano, suo nonno probabilmente, alla sua sinistra. Avrà quattro, cinque anni penso, indossa una maglietta a righe orizzontali grigie e rosse. Anche le scarpe da ginnastica che calzano i suoi minuscoli piedi, bianche e rosse, sono state scelte probabilmente per potersi intonare al resto dell’abbigliamento. Simpatici pantaloncini in jeans completano l’abbigliamento. Un paio di scarpe per ogni camicetta?uno per ogni maglietta? Mi sono chiesto. Certo che il nonno deve averne di soldi per soddisfare le esigenze della figlia e del nipote. Pensando ciò, inconsapevolmente il mio sguardo è scivolato sul mio corpo, verificando come fossi vestito. Uno straccione nei loro confronti!. Sì un dignitoso straccione che nella sua vita ha cercato di fare il meglio che potesse fare , nonostante i problemi, le sofferenze fisiche e psicologiche che hanno condizionato pesantemente il risultato della vita lavorativa. O forse all’incontrario mi hanno aiutato a combattere le difficoltà incontrate, con maggior grinta e maggior determinazione? Non ricordo d’aver mai goduto da piccolo di una passeggiata come la gode ora quel bambino. Cammina in silenzio, guarda tutto con curiosità, quella curiosità che cottradistingue i bambini molto intelligenti, creature divine che vogliono apprendere, assorbire come una spugna tutto ciò che il loro sguardo abbraccia, i colori, i movimenti, le stranezze. Che amano percepire suoni, sentire odori, per mixarli in quel computer in via di formattazione e di configurazione chiamato cervello. Guardavo incuriosito il suo volto, il suo sguardo incantato davanti ai giocattoli esposti nelle vetrine, la sua curiosità resa evidente dall’atteggiamento di stupore contenuto nel viso. La sua bocca spalancata in una espressione fin troppo palesemente meravigliata. E osservavo mentre, staccando temporaneamente l’esile manina da quella del vecchio, rivolgendosi alla mamma e contemporaneamente additando questo o quello, chiedeva spiegazioni. Ecco allora, che la giovane donna si fermava e chinandosi per avvicinarsi al suo volto lo accarezzava dolcemente, sussurrandogli la risposta da lui desiderata. Il vecchio guardava in silenzio, anche lui felice e soddisfatto. Che incanto, che quadro di gioioso e sereno affiatamento, ho pensato. Come invidiavo in quel momento quel bimbo, come avrei voluto essere al suo posto, per godere delle attenzioni di quella strana coppia.





Alla prossima






Italo Surìs

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