giovedì 31 maggio 2007

Vecchio ardore VI




31 maggio 2007


L'amore non ha età 6°

Sono tutte domande alle quali ancora adesso non so dare una risposta. Però è importante per me capire il perché di un fatto apparentemente casuale, che potrebbe aiutarmi a ricostruire il mio passato, per analizzare poi il presente. Solo così potrei dare alla mia esistenza un significato, solo con questa spiegazione e in questo modo, potrei placare o perlomeno controllare le mie ansie i miei automatismi incondizionati. Ma sono finora rimasti misteri, misteri che solo la logica e la lettura degli avvenimenti successivi possono aiutarmi a dipanare. Eh già perché pensandoci bene mi viene un dubbio atroce, un dubbio che troverà poi conferma nei fatti. Che fossi stato spogliato e punito, facendomi uscire nudo da casa in pieno inverno, perché mi ero ancora una volta, a tre anni, sporcato?. Che fosse stata la frustrazione e la rabbia di una giovane madre con due figli da accudire, non abituata a gestire la situazione, a creare i presupposti di quell’allontanamento? Suppongo che mamma avesse in tutti i modi cercato d’insegnarmi l’igiene del corpo, prima con pazienza, ma poi con la violenza dovuta, all’insicurezza, alla constatazione dei suoi insuccessi, e alla solitudine. Non aveva avuto maestre mia madre, nessuno le aveva insegnato il mestiere di mamma, fin da piccola era cresciuta in una famiglia che l’aveva adottata per farne solo una serva. Fra l’altro all’insicurezza personale, bisogna aggiungere anche il fatto che fosse sola, lontana dalla sua terra. Non aveva quindi appoggi, né riferimenti, nessuna esperienza e come tutti sanno, genitori non si nasce e forse è difficile anche diventarlo senza commettere alcuni errori. In fondo l’educazione di un figlio si può paragonare all’edificazione di una casa. Ci vuole esperienza, bisogna pianificare, poi progettare, poi fornirsi della giusta attrezzatura e seguire costantemente le varie fasi della messa in opera del manufatto. Non è così facile, solo gli sciocchi possono pensarlo! Ecco perché tante coppie divorziano, sottovalutano i problemi, le difficoltà che sembrano insormontabili e creano i presupposti della rottura.. Sì i bambini si sa si sporcano,e se il problema non è affrontato nella giusta maniera, ma usando imposizioni e urlando, continuano in questo atteggiamento. Un comportamento che diventa una forma di sfida, di richiamo, un’indicazione costante, una supplica al cambiamento. Lo fanno più frequentemente quando non vengono ben educati, accuditi, amati, quando si crea conflittualità e conseguente sfida. Ecoprassia si chiama questo fenomeno.
E’ una variante caratteriale della prima infanzia, un disturbo grave ed è necessario come atto per richiamare l’attenzione, l’affetto, il contatto umano che dovrebbe scaturire naturale da parte di una madre che pulisce il proprio bambino. Oppure all’incontrario, serve per allontanare la gente, di cui si ha paura. Un disturbo che con gli anni non sparisce ma si camuffa, si somatizza in altre forme, in altri atteggiamenti, che però alla fine nelle stesse circostanze, ottengono lo stesso risultato . Quante volte nella mia vita non sono stato correttamente “ accudito” pur avendo dato il massimo?, quante volte sono stato messo metaforicamente, alla berlina, fuori di una porta in pieno inverno nudo e con la febbre? Tante, fin troppe. Ma mia madre era mia madre e ad una madre si vuole solo bene. Anche se la rabbia ti esplode nell’animo, se trattieni la voglia d’uccidere, l’ira, la paura, la frustrazione, la delusione. Ormai è morta, non c’è più, riposa spero finalmente in pace sotto due metri di terra, in una terra che consente sua, divorata da vermi , anch’essi politicizzati, come tutto in quest’Italia settaria.


Alla prossima puntata

ciao


Italo Surìs

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