mercoledì 30 maggio 2007

la vita nelle proprie mani





31 maggio 2007




Sono anch’io un assiduo lettore dei blog di Beppe Grillo, al suo coraggio e alla sua tenacia e perseveranza, dobbiamo molto. Ha costituito e costituisce la coscienza di molti italiani, quella pulita, quella responsabile, quella costruttiva e disperata. Ieri ho letto l’ultimo blog della settimana. I paraculo diceva, si stanno defilando, quelli che fin’ora hanno gestito in modo molto discutibile e personalizzato la cosa pubblica, stanno modificando il loro atteggiamento, si defilano, si mescolano alla folla, prendono le distanze. hanno finalmente paura dell’ira della gente, di ciò che potrebbe succedere e di cui già se ne vedono i primi segnali. La gente giustamente scende in piazza, blocca i binari, protesta, vuole risposte chiare, immediate, concrete, il resoconto di ciò che i nostri amministratori stanno facendo o hanno fatto. Chiedono pulizia e giustizia, nell’imprenditoria e nella politica, nel pubblico ma anche nella gestione del privato, quando questa intacca gli interessi della popolazione. Interessi che non sono più economici, ma che coinvolgono aspetti legati anche alla salute e all’ambiente. Bene, erano anni che desideravo vedere qualcosa del genere, anni che speravo che la gente si rendesse conto delle sue potenzialità del suo reale potere , della sua forza Poteri che la costituzione in quanto tale le ha concesso. La repubblica è fondata sul lavoro. Già il lavoro e uguaglianza davanti alla legge. Questi sono i cardini della società moderna e democratica. E’con queste basi che una nazione può progredire, crescere, svilupparsi ed essere concorrenziale con le altre, quelle più avanzate economicamente e civilmente. Vi sono sempre state, ricordo, quando si discuteva di politica negli anni passati con gente che conosce quella nazionale ma non solo Italiana, due distinte linee di pensiero. La prima che ritengo sia quella più accreditata all’attuale Governo, voleva che il nostro paese si agganciasse all’Europa. Badate si parla del 1996, quando la comunità Europea non era ancora stata costituita. La seconda asseriva che sarebbe stato meglio che l’Italia divenisse il paese trainante di tutta l'area mediterranea, piuttosto che rimanesse ultima in Europa. Ho sempre pensato che la prima ipotesi fosse per l’Italia la più interessante, anche se la più difficile da realizzare. Ma proprio perchè dovendosi inserire in un contesto economico e normativo più impegnativo, ritenevo che la nostra imprenditoria si sarebbe impegnata nella crescita e nell’innovazione dei propri prodotti e delle tecnologia, aiutando quella ricerca che ancora fa la parte della cenerentola. Cosa più facile da dirsi che da realizzarsi, visto che anche in questo settore esistono i baronati ed il clientelismo, mali endemici di questa nazione. Purtroppo sono passati degli anni invano, non si sono visti risultati concreti, apprezzabili, anzi siamo retrocessi. Come se ci fossero delle forze occulte che non permettono la crescita democratica ed economica del paese, come se qualcuno facesse e qualcun’ altro disfasse. Due modi di vedere, interessi contrapposti?Imposizioni dall’alto?, non capisco e non mi interessa capire. Non vuole più capire nemmeno il popolo che scende nelle piazze, guidate da sindaci, da rappresentanti sindacali, che forse farebbero meglio a restare in disparte. Queste sono le battaglie del popolo, della gente che vuole riprendersi il futuro nelle proprie mani, che non delega a nessun altro, che pur costretta a votare con un sistema iniquo imposto dagli stessi amministratori, i quali si sa fanno le leggi a proprio uso e consumo, scende in piazza per i propri figli i propri mariti, per il lavoro per la salute per liberare questo paese dalle lunghe mani delle varie associazioni pseudo mafiose. I centri di potere che non rendono mai conto a nessuno, i parlamentari in odore d’illegalità, i funzionari corrotti, i nullafacenti, gli arroganti, gli avidi i cinici. Ma in queste richieste, in questo movimento volontario di uomini e donne di buona volontà, ognuno , dico ognuno deve fare la propria parte, come può, per quel poco che sa!. Sindaci, medici poliziotti, militari, impiegati, professionisti, mamme, studenti. Tutti coloro che amano la nazione e vogliono che il sistema cambi. Non si può più delegare, non ci si può nascondersi dietro ad un dito con la scusa di non esporsi personalmente. Tutti ormai sanno la verità, tutti conoscono come girano le cose in Italia, e perché girino così, perché si voti in un modo o nell’altro. Oggi ho ascoltato con disinteresse i risultati delle votazioni amministrative. Mi ha colpito il fatto che gli stessi politici avessero notato preoccupati una diminuzione di afflusso alle urne. Ma personalmente questo che sicuramente è un segnale ben chiaro, lo considero a tutti gli effetti non indispensabile. Il popolo si muoverà quando e come sarà necessario e se lo riterrà opportuno. Una preghiera alle persone che in questa società hanno più responsabilità degli altri, i medici e gli addetti alla sanità. Costoro sanno come realmente stanno le cose come funziona il, settore. Quindi se i medici di famiglia fossero a conoscenza di un problema o che un determinato prodotto potrebbe essere nocivo alla salute, è moralmente ed eticamente, proprio per il giuramento fatto, obbligato a scendere in piazza con la gente , con i clienti, i mutuati la stessa gente che cura fra quattro mura. Perché le malattie si devono evitare, prevenire, prima di dover aiutare ipocritamente il malato a morire. Ci sono medici che hanno coraggiosamente fatto questa scelta, scendendo in piazza e lottando per la libertà e la democrazia di cui godono alla fine anche loro.


Saluti

Italo Surìs












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