mercoledì 30 maggio 2007

la crocerossina




30 maggio 2007

Ieri mi pare d’aver sentito distrattamente con l’orecchio sinistro alla televisione, che alcuni scienziati hanno recentemente scoperto una zona del lobo del cervello, in cui ha sede la cosiddetta empatia. Una breve ricerca su Wikipedia mi ha fatto conoscere una cosa sul mio conto di cui sono venuto a conoscenza a mie spese. Sono un’empatico, ma anche simpatico, aggiungo io!. Letteralmente la parola che deriva dal greco (empateia) come tutte quelle che si usano in medicina, veniva usata per indicare quel rapporto emozionale che si stabiliva fra il poeta cantore ed il suo pubblico. Ma proseguiva la presentatrice del breve spot scientifico, l’empatia sviluppa la generosità, quindi se ne deduce che le persone più generose abbiano questa parte del cervello più sviluppata. Ritengo la cosa sotto certi aspetti molto preoccupante, poiché un’asserzione di questo genere, potrebbe dare ulteriori alibi a coloro che sono egoisti di “ natura”, se crediamo alla natura come madre di tutti i mali. Indubbiamente esiste il fattore genetico, come già accennato precedentemente, ma ritengo che la formazione di quest’area o della zona menzionata sia la conseguenza del carattere, non la causa! Mi spiego meglio: Ho sempre considerato, e ora che mi occupo d’informatica ancora di più, il cervello né più né meno che una memoria di massa, come quella del computer, un disco rigido di enorme capienza. Un hardware completamente formattato, collegato alla memoria ROM la quale crea i presupposti per l’avvio; il cosiddetto, in gergo informatico, BOOT-STRAP. Alla nascita quindi siamo tutti dei piccoli desk-top dei personal computer, di marca diversa se volete, ma tutti con le stesse caratteristiche, lo stesso chip, la medesima scheda madre, che poi è il cuore del sistema. Ecco come al solito l’uomo per indicare qualcosa di indispensabile e di importante, usa il termine Madre. Già madre e sistema, le due parole magiche, il complesso di elementi che, attraverso il sistema operativo, antiquato o di ultima generazione e i programmi applicativi, più o meno aggiornati o sofisticati, creano la figura definitiva, l’elemento completo, un sistema dentro il case che si muove autonomamente con o senza una corretta interpretazione dei fatti: L’uomo con le sue passioni, con le sue idee, con i suoi errori. O con le modifiche interpretative fatte in base al programma in esso installato. Fatta questa brevissima introduzione, ritorniamo all’empatia, alla sensibilità, al desiderio di aiutare. Cosa che risulta spontanea leggendo nel pensiero, intuendo quali siano le necessità delle persone. Un metodo assimilato nel tempo, nei millenni dall’uomo, in base alle sue necessità di sopravvivenza. Tutte cose che, guarda un po’, ho già scritto, perché le conosco molto da vicino, personalmente e che le persone umili avrebbero dovuto analizzare attentamente e senza pregiudizi. Quindi l’empatico di natura o se preferite di discendenza, è un altruista, uno che suo malgrado ama le persone, nonostante tutto, nonostante cerchi d’indurire il cuore e l’animo per essere ai passi con i tempi. Non ci riuscirà mai e il suo destino sarà come il supplizio di tantalo, cercherà inutilmente di poter soddisfare le sue esigenze, la giusta ricompensa al fatto d’aver sempre anteposto l’interesse degli altri al proprio. Questo è il motivo per cui il mio Blog è nato, ve lo dissi, avrei voluto intraprendere ma non ne ho avuta la possibilità economica, né un aiuto. E badate bene non è semplice tenere il Blog costantemente aggiornato, inventandosi sempre cose nuove, cose che soddisfino, che lascino un segno, che non sembrino parole futili, che lascino il tempo che trovano o si disperdano alla prima folata di vento. No, non è assolutamente facile approffittare delle occasioni che la vita ti offre, sapendo che queste andrebbero a discapito di altri. Non facile mettersi contro tutti, su tutto, per dare un parere imparziale, almeno per quanto la stessa caratteristica caratteriale obbliga. Si perché la generosità non ha divisa, non guarda in faccia a nessuno e se lo fa predilige i deboli, gli inermi,i depressi i malati. E si scontra con il potere. Già è un atteggiamento, un comportamento che si fa sulla propria pelle, ma non metaforicamente parlando, ma rischiando realmente la vita, come appunto la rischiò un genio di nome Pasolini, ucciso, come sentito in una trasmissione della Rai, probabilmente perché dava fastidio ai politici, sparigliava le carte al potere, un potere oscuro e tetro come la pece. Ecco la calamita che attira chi ha il male della crocerossina; la depressione, che poi è malinconia, tristezza profonda, la depressione che si nota subito, in grandissimi e dolci occhi scuri, ma nel contempo tristi. Occhi che sono lo specchio dell’anima in cui io sono abituato a tuffarmi, senza bombole, in apnea, nonostante il mio passato di Sub.
Allora se realmente la scoperta inglese dovesse corrispondere al vero, sarebbe meglio far fare la prova del DNA alle persone che ci amministrano, ai dirigenti, ai politici. Solo dei politici Empatici, potrebbero fare gli interessi della gente a proprio discapito. Accontentandosi del giusto compenso, senza esagerare, sapendo che è più importante ciò che si costruisce non quanto si lascia su questa terra. Solo costoro se riuniti attorno ad un tavolo di trattative riuscirebbero a fare scelte realmente condivise, a risolvere pacificamente e in breve tempo le reali problematiche della società, senza contrapporsi in inutili lotte fra Guelfi e Ghibellini. Ma purtroppo al giorno d’oggi si sente per aria un ritornello che dice: “ chi è soggetto all’empatia, o è un ladro o è una spia!”




Ernest Hemingway
Intanto per sesibilizzarvi un pò, date un'occhiata al blog di Grillo.


ciao ragazzi

Italo Suris





Tantalo è una figura della mitologia greca. Figlio di Zeus e della pleiade Taigete, era il re della Lidia (o della Frigia). Dalle nozze con Dione, una delle Iadi, nacquero numerosi figli, tra cui Pelope, Brotea e Niobe. Fu autore di diverse offese agli dei, tra le quali il ratto di Ganimede, il furto del nettare e dell'ambrosia per distribuirlo ai suoi sudditi, il furto del cane d'oro custode di un tempio di Zeus e, soprattutto, l'uccisione del figlio Pelope, che imbandì come cibo agli dei per verificarne l'onniscienza. Fu per questi motivi condannato a subire nell'Ade il famoso supplizio di non poter né mangiare né bere, nonostante fosse immerso nell'acqua e con frutti che pendevano sul suo capo poiché essi si ritraevano ad ogni suo tentativo.

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