25 marzo 2008
Una sedia vuol dire tutto, significa perizia e manualità di un bravo artigiano, precisione, pazienza, operosità, sacrificio e anche sudore. Una sedia vuol dire riposo, una base di paglia ed un cuscino per risollevare le membra stanche ed affaticate dopo ore di faticoso lavoro. Ma anche una sedia vuol dire natura, quella delle piante filiformi strappate al suo ambiente, fatte essiccare ai raggi del sole estivo ed intrecciate fra loro con pazienza e perizia. Una sedia è pianta levata alla vita, è legno sagomato a piacere, è natura piegata alla volontà dell'uomo, al suo volere e alla sua cupidigia. Una sedia è sviluppo ed imprenditoria, è PIL per la nazione, una nazione seduta ormai da troppo tempo al buio di una casa che si chiama prigione. attorno ad un tavolo non più imbandito, un piano vuoto di ogni speranza, su cui appoggiare i gomiti di giovani ed anziani falliti, aspettative deluse, speranze disattese, che ben si evidenziano nello sguardo di costoro. Uno sguardo sfuggente, mentre le mani nervose torturano i capelli che scivolano nervosi lungo la fronte corrucciata.
Italo Suris
Capire, soprassedere, perdonare; questi sono gli elementi e le condizioni minime per rapportarsi con le persone e trarne anche un vantaggio. Quello di potersi sedere con tranquillità in poltrona per discutere di tutto, un pò
martedì 25 marzo 2008
una sedia per ogni dolore
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