venerdì 7 marzo 2008

Calearo rima con denaro


07 marzo 2008

Altri tre morti dopo quelli di Molfetta, il più giovane degli operai della ditta Service Truks, aveva appena 20 anni, più giovane di mio figlio di appena sei anni, ma molto più sfortunato. Quasi quasi non val la pena neppure lavorare in questo Paese dove si muore per nulla, in tutti i sensi. Si lascia la vita per un tozzo di pane, per sopravvivere lontano migliaia di chilometri dalla propria terra lavorando malpagati perché clandestini. Si muore senza speranza di un futuro che ormai non c’è più per nessuno, né per giovani ma neppure per anziani. Chissà quante ditte sono nate, fallite e risorte, quasi fossero protette da santi in paradiso, ditte che non hanno rispettato e non rispetteranno mai le norme di sicurezza che pur esistono ormai da decine d’anni, da quel che ricordo.

E dopo tutto ciò, la confindustria si esprime negativamente nei confronti del governo attuale che intende approvare, in via definitiva e al più presto, un decreto legge già peraltro da più parti sollecitato. Sicuramente i nostri cari industriali non intendono sborsare o rischiare nulla di più di quello che già rischiano. Il loro cuore batte velocemente al solo pensiero di non essere tutelati sufficientemente, di dover pagare sia economicamente che legalmente per ciò che fin’ora hanno sottovalutato; la tutela fisica dei loro operai, la salvaguardia della loro stessa ricchezza e del futuro, almeno in Italia, delle loro ditte.

Prevenire dicono piuttosto che pagare, ma si sa che la prevenzione in tutte le cose, e un esempio è la Sanità, è costosa. Fino ad ora forse lo è stata poco, per il semplice fatto che non è mai stata presa in considerazione. Allora ben vengano leggi severe, se viene dimostrata la sottovalutazione dei problemi ed il cinismo che caratterizza gran parte dei nostri industriali. Direi anzi che da quel che ho letto le pene sono ancora troppo lievi. I danni pagati dalle assicurazioni ai dipendenti rispetto ad altri paesi, sono irrisori se non ridicoli, almeno per la classe operaia. Come se la morte non rappresentasse, come diceva il nostro caro Edoardo nella sua poesia “a livella”, un punto di non ritorno per tutti, una vera giustizia divina che non guarda in faccia a nessuno.

Ecco allora che le assicurazioni pagano il premio in base alla professione e alla possibilità di guadagno interrotta. Se un medico o un professionista dovesse morire per un incidente anche sul lavoro, la famiglia diverrebbe di colpo miliardaria. Alla famiglia di un operaio, forse resterebbe l’appoggio di amici o parenti o solo tanta disperazione. Ecco allora i nostri bravi imprenditori scendere in campo anche in politica. Colanino, Marcengaglia, ora anche Calearo. Meno male!. Spero che ci pensino loro in futuro, a livellare le disparità e le conflittualità esistenti al loro interno. Intanto Montezemolo e Barnabei hanno ancora una volta mostrato apertamente il vero volto del capitalismo italiano, insensibile e retrogrado.



Italo Surìs

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