martedì 4 marzo 2008

Mi son perso al centro

04 marzo 2008

Devo dire che sono molto confuso, per la prima volta non so chi votare. Avevo fin’ora desiderato che l’Italia fosse condotta da politici al di fuori dalle parti, che avessero in mente e nel cuore un unico obiettivo, la crescita o per meglio dire la salvezza della nostra nazione e della nostra economia. Avevo pensato ad amministratori senza etichetta a politici responsabili e professionalmente capaci, non più i Mastella o i De Mita, ma neppure le Prestigiacomo o Bondi e la Brambilla. Ma non per motivi di età, quanto perché spinte da interessi ideologici, ne ero consapevole e convinto di ciò che ho sempre asserito e per questo sono stato definito un sognatore ingenuo, un illuso.

Mi risuonano ancora le frasi e le teorie di colleghi con cui ho discusso di politica.” Mors tua vita mea”, la classica frase oppure” il mondo è impostato su una selezione naturale Darwinista” e anche “ non ti aspettare riconoscenza alcuna” ma fra le altre, anche ciniche dichiarazioni di eminenti studiosi della mente umana, che hanno dichiarato che bisogna prendersi il proprio senza aspettarsi qualcosa, che l’ingiustizia è sempre esistita, che i ricchi ed i poveri ci saranno sempre o che chi comanda sarà sempre il più forte, il figlio di papà. Una teoria che ho sempre rifiutato e cocciutamente, combattuto per non arrendermi all’evidenza. Già anch’io sarei voluto arrivare, avrei desiderato il successo e per questo mi sono sempre impegnato al massimo, al prezzo di trascurare anche la mia salute.

Poi all’improvviso ho deciso e mi son detto: “Mario, non puoi cambiare il mondo, devi accettarlo così com’è e vivere serenamente la tua vita, goderti ogni momento della tua esistenza”. L’egoismo ci ha portato a questo punto, il desiderio di potere ha permesso che la nazione si suddividesse in tantissime piccole contee o principati, ove ognuno esercita il proprio potere il più delle volte a discapito dell’altrui libertà. Lo dimostrano le battaglie dei nascenti comitati, quelle dei sessantottini del mondo online, dei Blog. Già in Friuli si sta formando una lista regionale degli amici di Beppe Grillo, altre liste civiche, finte o meno, stanno preparandosi per il futuro per candidarsi in comuni o in provincia. Una vera rivoluzione culturale, un modo di riappropriarsi del proprio territorio e dei propri diritti, quasi sempre o troppo spesso calpestati.

Allora mi dico, è vero, la libertà come ogni cosa va costantemente conquistata, strappata da mani voraci che spesso sono quelle di ricchi e potenti signori della finanza e dell’industria. Ma se succede ciò è perché a costoro non è stato impedito di approfittare del loro vantaggio economico, anzi addirittura è stato agevolato proprio dai politici delle vecchie repubbliche. Ora un giovane candidato di nome Veltroni, unisce tutti ad un tavolo cercando, attraverso un dialogo condiviso, di oltrepassare il guado, di uscire dalla secca o meglio dal pantano in cui si è cacciata l’Italia. Per contro una sinistra demagogica e radicata in vecchie ideologie, si stacca da un’area moderata, quella del Pd, ove militano ancora vecchi militanti d’estrema sinistra servi del capitalismo più abbietto.

Ho sempre affermato che gli estremisti si assomigliano e quindi si attraggono e non mi stupirebbe che l’estrema sinistra e l’estrema destra, escluse dai grandi partiti, si coalizzassero contro un nuovo partito, quello del centro destra e del centro sinistra. Insomma signori due sono le cose; o i miei vecchi sogni si stanno avverando proprio quando mi ero convinto che fosse impossibile, e a questo punto dovrebbero sparire i simboli di ogni partito, oppure vi è gran confusione, un grigiore che avvolge ambiguamente la nostra politica. Se così fosse non vedo perché dovrebbero esistere ripeto due schieramenti, perché non abbiano fatto una politica di scelta delle candidature in base a scelte di persone, effettuate in base al possesso di un curricolo morale e professionale impeccabile. Solo nomi quindi, e non etichette. Infatti, se i programmi sono gli stessi, e ciò è anche logico visto che i problemi possono essere risolti solo con formule tecniche e scelte pragmatiche, non vedo cosa e chi dovremmo scegliere, se non singole persone. Che l’animo umano stia cambiando o che necessità faccia virtù? ho i miei dubbi, perchè se così fosse signori, non avremmo nemmeno bisogno di amministratori.
Italo Surìs

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