lunedì 17 marzo 2008

le suore e i bambini in paradiso

17 marzo 2008

Un medico ginecologo si è ucciso come il suo mestiere gli aveva insegnato. Si è reciso le arterie con un bisturi. Non posso che osservare con tristezza una nuova incongruenza della mente umana, un atto disperato scelto come ultima possibilità di sfuggire al giudizio umano, presentandosi a quello del Creatore. Ma che senso c’è in questa scelta apparentemente assurda, si rifuggono i valori di vita, dal proprio operato, come se questo fosse stato opera di un essere malefico superiore e non fosse invece stato dettato dalla propria lucida volontà.

Mi chiederete cosa abbia fatto di così grave, da scegliere una fine atroce e disonorevole, cosa lo ha spinto verso tale sofferta e inutile decisione. Ha disatteso la legge 194 sull’interruzione della gravidanza, vi sono prove inconfutabili in tale senso; delle intercettazioni che dimostrano una richiesta precisa da parte di puerpere, in tal senso. Ma cos’è che spinge le donne, e a quanto pare quelle più in vista a ricorrere a metodi illeciti piuttosto che a forme di interruzione della gravidanza previste dalla legislazione attuale? Sicuramente la paura che qualcuno lo sappia, la critica che ne potrebbe conseguire e forse anche come un caso può far pensare, la fine di una carriera appena iniziata o che si pensa possa essere alle porte.

Ho sempre riflettuto su questo grave e delicato problema che coinvolge scelte etiche e religiose. La vita è sacra fin dal primo concepimento, non si può andare contro natura, gestendola a proprio piacimento, arrogandosi di decidere sulla vita e sulla morte di un minuscolo essere indifeso, che in genere dovrebbe essere figlio di un amore appassionato e condiviso, ma che il più delle volte viene concepito come il risultato di un semplice compito; la dimostrazione delle proprie capacità procreative, o quella della propria superiorità, fisica. Ma subentrano drammi enormi in cui la società ha grosse responsabilità.

Vi sono donne che vogliono sbarazzarsi in piena ignoranza delle regole e delle leggi in merito di figli nati da adulteri, di altri generati dopo una violenza di gruppo o dallo stupro dell’uomo che gestisce il corpo umano della come fosse un giocattolo da utilizzare a proprio piacimento. Ma vi sono anche problematiche di carattere prettamente economico che spingono madri divorziate, abbandonate o vedove, che non hanno la possibilità di trovare un lavoro decente per far si che il futuro della prole possa essere un futuro diverso dal suo. E’ recente la notizia di una coppia inglese che ha deciso di far eseguire un' operazione di plastica facciale al figlio nato Down, per paura che la società, così come è strutturata, lo potesse rifiutare in futuro ghettizzandolo nonostante le reali capacità psicofisiche. Da persone realiste, si sono rese conto che il mondo sta diventando sempre più difficile per i più deboli e si affacciano ombre inquietanti di nostalgico razzismo. E’ questa una scelta d’amore o la paura delle critiche e dei giudizi dei coetanei, o anche dubbi atroci sulla loro reale capacità di affrontare le difficoltà che sarebbero potute nascere in tempi successivi. Chi lo sa, certo è che, il futuro anche prossimo, diventa ogni giorno più incerto, lo spazio che resta è conteso da poteri forti, dai figli dei figli con alle spalle capitali e conoscenze di alto livello certo , ma caratterizzati sempre più da un’intelligenza offuscata dalla cocaina e dall’arroganza. Per fortuna ora c’è la possibilità di essere prese in moglie da Piersilvio Berlusconi. E’ stata, quella del nostro ex presidente, una trovata eccezionale quanto generosa. Sono sicuro che il suo generoso proponimento, risolverà parecchie situazioni disperate. Intanto la Chiesa tace, non si scaglia più violentemente contro l’aborto clandestino, in questo caso eseguito in una clinica gestita da suore. Non ne erano a conoscenza affermano, a loro era stato detto che si trattava di raschiamenti, e probabilmente proprio di raschiamenti potrebbe trattarsi, ma di neonati e feti già formati e già indesiderati.



Ipocrisia?, complicità?, leggerezza, ingenuità?, superficialità? Lo scoprirà la Magistratura. Certo è che un suicidio non è la forma migliore per difendere il proprio operato, né il sistema per far chiarezza. Cosa avrebbe potuto spingere il dottore , nel caso fossero comprovate delle responsabilità nell’ l’illecito del quale si stanno cercando concreti riscontri, a comportarsi contro l’etica deontologica della categoria? Spero che non sia il desiderio di denaro e l’avidità e la bramosia di quattro pezzi di carta filigranata a spingerlo verso il baratro dell’incoscienza,. Capirei piuttosto, anche con dei distinguo ad una forma di debolezza umana, nei confronti di richieste di per sé stesse anche accettabili, se viste nell’ottica delle richiedenti.

Italo Surìs

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