mercoledì 12 marzo 2008

Italiani ,orfani di padre e di madre

12 marzo 2008

Mi sento in dovere in qualità di politico della maggioranza attuale e prima delle prossime elezioni, fare delle premesse personali. Sono osservazioni che non riguardano le strategie e le gerarchie dei singoli partiti né le lotte intestine per l’inserimento nelle liste regionali o nazionali. Non ho mai considerato purtroppo la politica come un mestiere, ma come dovere sociale e questo è e sarà sempre la vera motivazione che mi spinge ad affrontare battaglie forse anche perse in partenza, ma che la mia coerenza ed il forte senso di giustizia mi impone di fare.

Ritengo, infatti, al di là del titolo e della posizione in regione che occupo, che come probabilmente avrete capito vale come il due di briscola, che un semplice cittadino abbia in sé le capacità e la forza di collaborare con i partiti per ottenere delle scelte condivise, che rispettino le esigenze di tutti i cittadini indistintamente. E proprio in un momento delicato come attualmente la nostra nazione sta attraversando, con lo spettro di una recessione riflessa, il nostro apporto può essere decisivo per superare le difficoltà del sistema Italia. Difficoltà che alla fine si riassumono con una o più parole dallo stesso significato; “ disgregazione, corporativismo, cinismo, prepotenza, avidità ed egoismo,” sentimenti questi, che hanno caratterizzato l’animo umano fin dall’era primordiale.

Ma l’uomo sa cambiare, soprattutto quando è costretto. Ha modificato nel tempo la sua configurazione fisica per adattarsi alle condizioni climatiche. Ora cambierà, se non lo sta già facendo, il suo atteggiamento nei confronti della politica dei mestieranti. Di coloro che hanno trasformato una nobile vocazione, in un affare di famiglia. Persone che vanno a braccetto con i potenti, cenando ad aragosta e champagne e lasciando che i propri dipendenti lascino a casa vedove e orfani del lavoro. Ma si può essere orfani di entrambi i genitori anche se vivi, e questo ce lo ricorda continuamente la cronaca locale e mondiale. Esempio ultimo il caso dei fratellini di Gravina di Puglia, Ciccio e Tore, il cui padre Filippo Pappalardi è stato proprio ieri scarcerato. Vi è un’analogia fra i fratelli Pappalardi e gli Italiani, ambedue non hanno mai avuto genitori adeguati e credibili, tutti sono stati abbandonati al proprio destino e alla fine sia gli Italiani sia i ragazzini sono scivolati lentamente nelle voragini buie di un budello cieco e buio dal quale sono usciti solo come stracci inutili, piccoli corpi sfigurati dalla fame e dal freddo.

Forse noi siamo ancora là in fondo al pozzo, aspettando che qualcuno ci salvi, che arrivino i soccorsi che ormai da troppo tempo si azzuffano come una coppia distratta dai problemi personali, senza prendersi la briga e la responsabilità di ritrovare almeno in questo momento la loro dignità perduta di genitori, prima che di coppia. Impegniamoci noi, arrampichiamoci con le unghie e con i denti lungo le pareti ripide di tufo in cui ci hanno fatto lentamente scivolare. E’ notizia d’oggi che i salari degli operai italiani sono fra i più bassi d’Europa. Bel risultato dopo 50 anni di sviluppo industriale, non c’è che dire.

Io, a titolo personale, visto che non mi sembra in questo periodo corretto accennare al comitato in cui opero, intendo perseguire gli obbiettivi che mi sono proposto di raggiungere, anche da solo o con l’aiuto di alcuni cittadini di S.ta Lucia, che abbiano a cuore la loro terra, i loro campi, le loro case, la salute loro e quella dei figli. Non pensino i potenti che tutto s’insabbi, non sarà così finché non avremo, o avrò raggiunto quello che è giusto e logico che sia fatto in uno stato moderno: l’utilizzo del denaro pubblico per progetti tecnicamente avanzati e non lo sperpero indiscriminato dello stesso, in attuazione di vecchie scelte tecniche senza logica alcuna. E per far questo, c’è chi si impegna a farlo. Per questo motivo, tale persona, che non nego ruoti nell’area politica che è sempre stata il mio riferimento, se ritenuto responsabile e coerente, sarà da me appoggiata, al di là delle distinzioni o delle etichette di partito che gli si voglia dare. La zona adiacente alla stazione di S.ta Lucia risplenderà nuovamente di luce propria, e non sarà come Ciccio e Tore, una figlia orfana dell’indifferenza o dell’ipocrisia Umana.

Fucile Mario membro Comipar FVG

Nessun commento:

pub-9734653329526511