sabato 28 aprile 2007

un UFO fra le rose


Madonna di Castelmonte




28 Aprile 2007


La natura ha mille colori


Dovendo stimolare i miei scarsi neuroni, ieri notte mi sono messo in cerca di nuovi spunti e nuove idee. E ho incominciato ad osservare un libro di giardinaggio regalatomi recentemente da amici. Come al solito, già preparato a ciò che stavo per fare,il libro si è aperto volutamente ad un determinato punto, come se avessi saputo che ad un dato spessore del volume, corrispondesse la lettera “R”. Sì! R come rose!. Perché?, oggi mi chiedo, seduto davanti alla tastiera del mio vecchio computer che uso ormai esclusivamente per dialogare con i miei nuovi amici. Amici invisibili, che come se fossero in una foresta, restano appiattiti dietro gli schermi LCD, con occhi attenti, con i cinque sensi allertati; olfatto, udito, tatto, vista, gusto. Sì anche il gusto!, il gusto di assaggiare le cose che vengono proposte, con l’aiuto dei quattro fratelli, menzionati poc’anzi! Io scruto loro, e loro scrutano me, mi annusano, mi studiano, mi valutano, mi scoprono come strano essere venuto dalla galassia lontana. Omino verdastro e cefalopode, con braccia sottili e mani prensili, formate da quattro dita con terminazione falangee a ventosa. Grandi occhi tristi e luminosi in un volto da extraterrestre, privo di bocca e con due minuscoli fori al posto del naso. Inoltre due orecchie bizzarre e lanceolate, come se fossero attaccate con il bostik ai lati del capo, mentre una coppia di terminazioni nervose, sulla sommità dello stesso, fungono da sensibili antenne ricetrasmittenti. Il corpo è nudo, glabro, privo di peli, asessuato, dal minuscolo pene appena appena accennato. Insignificante ricordo degli anni duemila, quando ancora sulla terra, esistevano i fiori e con esso l’amore. Corpo strano, un ventre rigonfio poggiante instabilmente su gracili gambe, sottili e traballanti supporti di riserva in caso di improvvisa necessità per un breve spostamento. La metamorfosi infatti non prevede lunghi tragitti per quella forma bizzarra denominata omoide, ormai divenuta solo cervello e obbligata ad un lavoro esclusivamente cerebrale. Due piedi enormi piatti, deformi anch’essi, con dita dalle terminazione stavolta, a forma di piccola biglia, privi di unghie, molli, quasi gelatinosi, servono a mantenere un precario equilibrio. Un lungo arto posto all’altezza dell’addome, funge da membro riproduttore. Nebulizza gli spermatozoi a mo di spray, formando una nuvola di nuova vita che ingravida un essere della stessa specie ermafrodita, presente nelle immediate vicinanze. Attorno, solo polvere e aridi crateri, né un goccio d’acqua, non una pozzanghera, non una pianta, nemmeno di quelle che abbondavano nell’era di Bush, nei deserti dell’America del Sud. Niente di simile, un timido filo d’erba anche mal cresciuto, un fiore, un’ erica, una pianta di luppolo, NULLA, solo un immenso sterile deserto tanto polveroso, quanto inutile. UFO mi chiamano, ma io ho un nome!, ROBCOPT mi dicono, ma io ho un cuore!, VECCHIO pensano, ma non è così!. O forse un vecchio che ama ancora le rose, anzi ha imparato nel tempo a conoscerle, a perdonarle se l’hanno volontariamente punto!, a curarle, a vederle crescere e divenire ogni giorno più belle, nel mese di maggio. Le accudisce nella sua serra, le protegge dalle intemperie, le priva delle foglie malate, le copre di molteplici attenzioni, qualsiasi fosse la loro età, il loro nome, il loro colore. Attende con somma pazienza che sboccino al sole per vederle abbracciarsi fra loro, col volto ed i petali rivolti alla luce, in attesa di nuova energia. Ho letto quel libro, l’ho attentamente guardato, ho ammirato figure incantevoli, mi sono riempito gli occhi, l’animo ed il cuore dei molteplici colori. Belle le rose, un tempo fiore vietato dal Clero. Forse perché convinto che fosse fiore di perdizione, simbolo d’amore solo carnale, ma poi intelligentemente e sapientemente rivalutato, finanche a divenire l’identificazione della Madre di Cristo. Ecco perché amo le rose, esse stesse madonne, belle nelle loro svariate forme, raggianti nei loro colori, delicate nei loro profumi, morbide nel velluto della loro sostanza. Esco in giardino a rimirarle ad ogni giornata di sole, le accarezzo sul capo, le passo in rassegna, anzi le vado a trovare tutte. Maria, Maddalena, Agnese, Beatrice; per me ognuna di esse ha un nome. Ho tutti i colori di rose in giardino, dal giallo tenue a quello più intenso, dal rosa pallido a quello carico, dal rosso intenso, al rosso cardinale, finanche l’arancio. E se ogni fiore fosse realmente una madonna, me ne mancherebbe solo una, per essere alla fine felice. Forse la più bella, forse la più dolce, la più profumata: la Madonna di Castelmonte.



Santuario Madonna di Castelmonte / Frati Minori CappucciniTel. 0432.73.10.94 - 0432.70.12.67 / Diocesi: Udine.Calendario: La solennità del Santuario è celebrata l’8 settembre, giorno della Natività di Maria.Note: Molto ricca e significativa la raccolta di ex voto. Intorno al Santuario sono presenti molti edifici medievali e palazzi rinascimentali.



Un saluto
Italo Surìs

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