sabato 7 luglio 2007

un solo colpo alla nuca



07 luglio 2007


Speriamo che muoiano tutti!!. Lo si legge su tutti i giornali, spero che le registrazioni fatte al centralino del 113 non si divulghino in l'Europa o per il mondo. Ma sono solo illusioni, sì scongiuri, inutili. Ormai tutti conoscono tutto di tutti. E' un principio che vale anche fra i politici, fra le nazioni, è il motivo per cui l'Italia perde sempre di più credibilità nel mondo intero. Non certo per i conti pubblici, o per le pensioni oppure per il disavanzo, no! L'Italia è ora più che mai il paese della mafia, dei mandolini, degli spaghetti e non come qualcuno vuol far credere, la repubblica delle banane. Sarebbe troppo bello se fosse così , con i quattrini che si fanno con quel tipo di prodotto! Le banane danno agli spaghetti 100 a 1! Non avevo più voglia di parlare di fatti e misfatti di questo dannato paese, atteggiamenti e azioni di sconsiderati che, chissà perchè, si ostinano ancora a farsi chiamare" politici". Ma cosa centra la politica con le teste rotte dai manganelli impugnati dalle forze dell'ordine? E le esclamazioni di giubilo di fronte alla morte di un ragazzo di appena vent'anni? Frasi fra l'altro pronunciate da una donna che prego Iddio che non diventi mai madre, tanto indurito dev'essere il suo cuore. Quel ragazzo è morto , quasi fosse stato il peggior criminale di questo mondo, anzi se lo fosse stato, ora sarebbe sicuramente o latitante o in parlamento. E' una grande sfortuna in questo dannato paese nascere povero e pergiunta dannato, arrabbiato, politicizzato!Mi vergogno, a cinquantasei anni, mi vergogno, non sono fiero di essere in quest'Italia; d'essere italiano sì, ma questa è un'altra cosa. Questa è passione e amore per la propria terra, terra che esiste sempre, che si può baciare inginocchiandosi , come fece Cristoforo Colombo allorchè scoprì le Indie. O meglio, come era abituato a fare papa Woitila. La terra è sacra , è vita, è rispetto è umiltà, è tutto quello di buono che un animo nobile possa pensare. Non per niente i clan mafiosi e cammorristi, sono entrati nel business delle costruzioni, dei grossi appalti, anche quelli dei rifiuti. Hanno messo le mani sulla città! Anzi sulla nazione e sulla nostra terra!. Chi dovrebbe contrastare questi criminali? le forze dell'ordine, ovvio! Ma quali, quelle che picchiano ragazzi addormentati nei sacchi a pelo durante il bliz alla Diaz, inserendo poi nel locale delle bottiglie molotov per depistare? Oppure quelli che sono stati ripresi mentre colpivano con gli anfibi la testa di un automobilista steso al suolo e bloccato da tre poliziotti, uno dei quali gli è saltato più di una volta sull'addome a piè pari. O quelli che hanno ucciso di botte un ragazzo nemmeno dieci giorni fa! Troppi sono i casi, troppo le illegalità commesse da tutori dell'ordine , o per meglio dire dai fautori del disordine!. Giovani in divisa impreparati, inebriati da un potere che sfiora l'onnipotenza. Questo è quello che mi vien da pensare, leggendo di Pollari, di Di Gennaro, dei poliziotti della uno bianca e di quelli che quasi giornalmente vengono arrestati perchè complici di malfattori, o perchè prezzolati dai potenti. Abbiamo paura di denunciare, non si sa più di chi ci si possa fidare, sembra quasi di essere in Sudamerica. Com'è possibile che una divisa crei un senso di potenza così dirompente, anzichè stimolare quel sentimento di responsabilità che i tutori dell'ordine dovrebbero avere. Mi ricordo due fatti ben precisi di cui vorrei parlarvi. A scuola durante il mio lavoro, nel 1997 circa, una ragazza mi informò che un rapinatore era stato freddato da un vigile urbano con un colpo di revolver durante una rapina ad una banca, in un giorno di mercato. Non ricordo bene chi fosse costui, so solo che chi lo conosce mi ha riferito poi che un giorno, deponendo l'arma nella fondina, si è pure sparato un colpo al piede destro, figurati!!!. Non ridete, c'è poco da ridere!. Bene, quando mi riferì della mancata rapina, la ragazza si aspettava da me una reazione di soddisfazione o di gioia. Rimase male e fu colta da un senso d'imbarazzo misto a confusione, allorchè feci notare che un uomo era morto per della semplice carta straccia. Non è la prima volta che difendo una vita ritenendola più importante delle cose possedute, della ricchezza. Ho sempre detto a mio figlio che se in caso dovesse essere aggredito, lasciasse tutto il danaro in mano al rapinatore. Il gioco non vale la candela. Vedi dissi alla ragazza, le banche sono assicurate; il vigile ha sparato in presenza di folla che è già grave di per sè, e poi ritengo che lo abbia fatto a bruciapelo, a distanza ravvicinata per ucciderlo salvaguardando l'incolumità dei presenti e anche perchè si sarà cacato sotto dalla paura, per sfidarlo apertamente!. Mi guardò stupita come se io fossi stato presente al fatto o come se ragionassi alla stregua di un marziano e rispose: " sì, si è avvicinato da dietro e ha sparato alla nuca". Avevo capito subito che quella era stata a tutti gli effetti una vera esecuzione!. Ho provato pietà e disgusto, due sentimenti contrastanti. Ecco signori, sarà stato un caso più unico che raro, ma ne siamo veramente sicuri?. Chi arruola e istruisce questa gente li vuole così; ragazzi a cui si lava il cervello o si fa sniffare un pò di polvere prima della carica contro gli ultras. Già perchè per essere cattivi bisogna odiare o essere eccitati psicologicamente. E per odiare, come ha odiato in quel momento quella donna al centralino, si deve pensare d'essere in guerra, di essere talmente potenti e protetti da poter calpestare le " zecche", i vermi che si permettono di profanare i luoghi sacri, quelli che si è deciso di proteggere con la forza e l'arroganza, in parole povere: " coloro che pretendono di sfidare l'autorità"!.Il vero problema è questo: la sfida! che non può essere accettata, fra i poliziotti ed i contestatori c'è una grossissima differenza, non l'età che potrà essere la stessa, non la cultura, ma la divisa e guai a chi si permette di contestare qualcuno con la divisa, anche solo formalmente. Qui in Italia si sa, dal semplice caposquadra, al direttore, al manager, al poliziotto, al primario, o al capo officina , insomma chi ha un briciolo di potere, ritiene d'avere diritto di vita e di morte sugli altri!. Frustrazione di massa di gente fallita, inappagata, in cerca di gloria che se non c'è nella realtà la si crea condividendola con gli appartenenti del gruppo, del branco. Facile criticare mi direte, sono loro che devono giocarsi la vita, per permettere l'ordine, per ostacolare la criminalità, quella che non fa sconti quella che mette la dinamite sotto i ponti. Ma questo tipo di criminalità, agisce quasi indisturbata stranamente, anzi probabilmente i latitanti resteranno tali per parecchi anni, come Provenzano, come chi ne ha preso il posto. Vi dirò mio padre era militare, mio zio poliziotto a Napoli e quest'ultimo quando usciva in servizio di perlustrazione di notte per le vie di Napoli, bloccava la macchina in un posto tranquillo e aspettava il mattino. Lo capisco, Napoli lavora di notte più che di giorno e poi assomiglia in molti quartieri al bronx di New York. Tanto di cappello a costoro, almeno sono più realisti e meno "eroi". Il problema è che gli onesti vengono messi da parte, i responsabili, deresponsabilizzati, i tranquilli ed i contestatori , privati di autonomia. Sto pensando con ironia ai poliziotti di quartiere, gentili affabili, amici della gente, come diceva il nostro caro Berlusca e mi viene da fare un paragone, con msr. Hide e Jekyll. Carota e bastone, anzi manganello e sorriso ipocrita. Una madre mia amica, ha avuto il figlio prelevato di notte dalla locale polizia, almeno così asseriva. La polizia supponeva che avesse rubato o danneggiato un motorino, che invece era suo. Fu condotto in questura con un suo amico e qui non gli fu permesso di chiamare nè casa, nè un avvocato, pur stando male. Vomitò per terra e fu costretto a pulire in ginocchio il vomito che, essendogli stato impedito di andare in bagno,aveva versato sul pavimento. Ovviamente lo ha dovuto pulire con il suo stesso maglione, mentre supplicava i tutori della legge, di lasciarlo in pace, perchè sofferente. Gli andarono persino a sequestrare il motorino in garage, se non sbaglio. La madre decise di intraprendere le vie legali, ma dovette patteggiare; in fondo secondo voi, cosa resta da fare a colui che si mette contro un potere costituito? La parola di due ragazzi contro quella di un'intero ufficio e del questore. La verità non si saprà mai, anzi la si sa già, chi patteggia in Italia ha sempre torto. Ho avuto torto anch'io quando l'ho fatto per non incorrere in grane maggiori, allorchè denunciai alla finanza una persona che poi guarda caso andò in galera. Ma non per bazzeccole, ma per induzione alla prostituzione, minacce, assogettazione di persone in schiavitù, associazione a delinquere...etc etc. Bene è corretto affermare alla fine, che non è giusto fare di tutta l'erba un fascio, anzi che questi casi non rappresentano la regola. Certo è solo una minoranza di elementi che nelle varie armi delinquono, che tradiscono il giuramento di fedeltà fatto allo Stato. Però, statisticamente, il numero incomincia secondo me ad essere preoccupante. E a dir la verità non dovrebbero nemmeno esistere questi elementi nelle forze dell'ordine pubblico; i criminali facciano i criminali, a ognuno il proprio mestiere!. Purtroppo il fascino dei soldi e del potere con delega, crea queste storture, queste incongruenze, in una democrazia normale, figurarsi in quella come la nostra; una democrazia fondata sui maccheroni e con dei politici condannati, presenti in parlamento.
ciao
Italo Surìs

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