sabato 21 luglio 2007

fra le fauci dei pescicane








21 luglio 2007




L’edilizia è in auge, per coloro che s’illudono che i costi di questo settore in futuro dovessero diminuire, devo dire che non sarà proprio così. E’ sicuramente, come lo è stato per un periodo di tempo il settore finanziario, un campo d’attività in cui i costi e gli importi sono dopati, ove il reale prezzo dell’immobile è sicuramente gonfiato. Una bolla di sapone che forse come in America si sgonfierà. Ma ho i miei dubbi. Qui non siamo in un paese liberale, una Nazione ove i prezzi seguono il mercato; il rapporto cioè fra domanda e offerta. In Italia non , abbiamo una reale possibilità di scelta fra prodotti o produttori. Il nostro è un mercato malato, ancora in mano, ai grossi e vecchi nomi dell’economia e dell’imprenditoria, alle lobby che ahimé non sono poche. Nomi che “si sono fatti un nome”, anche fra gli amministratori pubblici. Non è da tutti, soprattutto in questo periodo e qui è caduta proprio a pennello la svalutazione dovuta al mancato mantenimento del reale valore dell’euro, possedere le finanze necessarie per acquistare o costruire un’abitazione. Il mercato è in mano agli immobiliaristi; non si riesce più a trovare terreni per costruire, non si fanno quasi più cooperative. Le aree edificabili vengono accaparrate da grosse imprese, o studi professionali e immobiliari. E non sempre la scelta dettata dal piano regolatore, rispecchia le reali esigenze del paese in quanto a sicurezza, reale esigenza o scelta della tecnica costruttiva. Fra i progettisti lavora chi riesce a fornire, non tanto un buon progetto , quanto i capitali necessari alla realizzazione di opere edili anche pubbliche Non si può più costruire tanto per farlo, non tenendo conto di determinati fattori che riguardino sia l’impatto ambientale sia i costi di mantenimento dell’insieme. E’ necessario progettare tenendo in considerazione un programma anche di lungo termine, improntato ad uno sviluppo armonico della città e che risolva le reali necessità di cui abbisogna il paese. Necessità che ovviamente possono essere molteplici. Non si può costruire un teatro che alla fine non soddisfa appieno le esigenze dell’intero comune, soprattutto considerando i costi che l’intera comunità dovrebbe accollarsi. Il teatro di cui parlo è stato costruito realmente , non conosco l’importo speso per l’intera struttura dal comune che lo ha commissionato. So per certo che la struttura, in quanto a volumetria, non è più grande di una normale abitazione e, pur non possedendo il numero di vani e di solai della stessa, è costata sicuramente una cifra spropositatamente maggiore , e forse doppia. E’ immorale realizzare venti rotonde o cinquanta aziende agricole solo perché i fondi Europei sovvenzionano quella tipologia di struttura. Come non si possono impiantare solo vigneti, per lo stesso motivo. Lasciate che ciò avvenga in altri luoghi, in altri paesi; in paesi sottosviluppati. Il compito del politico non è quello di preservare o difendere dei privilegi, ma allargare la possibilità di intraprendere e sviluppare il territorio che amministra. E’ questa la vera responsabilità politica, quella che si chiede a tutti i futuri governi e giovani amministratori. Fra l’altro c’è un grave problema collegato all’edilizia, chi ha i capitali al giorno d’oggi sono gli imprenditori, forse lo Stato, ma anche le organizzazioni criminali. Lo si può tranquillamente leggere sul quotidiano la Repubblica di tre giorni fa. La Mafia si sta nuovamente ricompattando sotto nuove prospettive affaristiche. Vi è un nuovo patto suggellato anche fra famiglie una volta in guerra fra loro. Gli Inzerillo e altre famiglie Corleonesi. Qual è il progetto in comune? La costruzione e l’esecuzione di grossi centri commerciali, sia in Italia che all’estero. Io quando li vedo, incomincio a tremare! Sempre a chi legge questo quotidiano, non sarà sfuggito l’arresto di alcuni malavitosi che avevano acquistato nel centro di Genova un numero elevato di vecchi complessi immobiliari. E’ un sistema per riciclare il danaro, un metodo che, mi viene da pensare, sarà stato usato probabilmente anche da grossi gruppi imprenditoriali per far sparire il nero. Non si spiega altrimenti il possesso di enormi quantità di immobili, in Italia ed all’estero da parte di realtà produttive imprenditoriali. E’ alla fine un semplice problema contabile, facilmente verificabile. La vera lotta all’evasione quindi dovrà, in futuro, tener conto del settore immobiliare. E qui si auspica da parte dello Stato quel controllo rigido ed imparziale, che si rende ora necessario per quell’equità sociale che è necessaria per ricompattare politicamente tutte le realtà in un unico sforzo. Sempre che si voglia realmente uscire dal pantano economico in cui stiamo sprofondando ogni giorno di più. Ma le concessioni edilizie vengono date dai comuni e qui ovviamente nasce un quisito. Chi deve essere il vero controllore della legalità? Il primo cittadino è responsabile di ciò che accade sul territorio comunale oppure no?. La legge parla chiaro; le responsabilità sono ripartite fra il costruttore,il primo cittadino e ed il progettista. Se infatti analizziamo bene il problema, possiamo notare che nel settore si sono inseriti, e da non poco, realtà produttive e quella parte dell’imprenditoria, che desidera diversificare i settori d’investimento. Ecco che ognuna di queste realtà, influenza con il bene placito della classe politica e per ovvi motivi economici, di determinate zone di riferimento sul territorio. Un complesso di realtà economiche che talune volte a discapito del cittadino, fanno sorgere interi complessi residenziali, alberghieri o commerciali un pò dappertutto, e non di rado con l’aiuto di finanziamenti pubblici anche Europei. Il nostro paese sta diventando come Hong Kong, o come il Giappone, paesi in cui i prezzi dell’edilizia stanno assumendo valori sproporzionati. E non è, come ho ripetuto più volte un problema di reale richiesta di abitazioni, al quale peraltro dovrebbe, come in passato, sopperire lo Stato attraverso forme d’aiuto e di incentivazione, ma il più delle volte è solo una forma di speculazione. Nessun Comune, chissà perché, stende più piani di edilizia popolare sia residenziale che industriale. Questo è qualcosa che mi lascia perplesso, che mi fa pensare. Troppe persone guadagnano probabilmente troppo in questo settore.


Italo Surìs

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