domenica 29 luglio 2007

Il Don Sciocchetto



29 luglio 2007


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Mi hanno paragonato nei tempi passati e forse anche recentemente a Don Chisciotte. Uno stupido cavaliere senza mezzi, che con la lunga lancia, si scagliava ridicolamente contro quelli che lui considerava i mostri del suo tempo: I mulini a vento. Me lo ha pesantemente fatto notare una vicina di casa, “un’amica.” Una giovane donna che trovava strano il mio impulso di protestare contro tutto e tutti. Ricordo, rimasi male quel giorno, e dissi a me stesso che in fondo potevo sì sembrare un Don Chisciotte, ma solo perché con il coraggio di protestare apertamente, ero uno dei pochi, forse l’unico.! Successe più o meno la stessa cosa altre due o tre volte, quando mi permisi di dire ad un medico che le loro tariffe erano elevate, al che mi rispose seraficamente:” ma perché invece di lamentarsi non ha studiato per medico anche lei?”. Non aveva capito nulla, o meglio non voleva capire. Il problema non era quanto io guadagnassi e se io volessi fare il medico o altro. Mestiere che sinceramente amerei fare, ma non certo per i soldi!. L a questione era essenzialmente morale ed etica, un semplice problema di equità, di coerenza con la scelta del proprio lavoro, un mestiere sacro alla portata di pochi eletti, benedetti dall'amore di Dio. Consideravo quello che avevano scelto, una vocazione, anzi quella che io ritenevodovesse essere tale: la cura degli ammalati, dei bisognosi. Devo dire anche la verità, non tutti approfittano del loro sapere per migliorare la propria posizione economicamente, non tutti fanno dei soldi l’unico e importante motivo di vita. Ma le avvisaglie nel settore, di una degenerazione dei principi morali e dei costumi, incominciava a farsi evidente e divenire pressante. Lo dimostra il fatto che un dentista da me contattato, mi aveva fatto un preventivo per curarmi ben undici carie. Ciò sebbene un altro studio non ne avevesse trovata nemmeno una, mentre un ulteriore professionista a cui mi ero rivolto confuso da tali incongruenze, era riuscito a malapena a trovare un accenno di carie ad un molare. Un piccolo forellino quasi inesistente, che però mia ha aiutato fin d'allora a capire quanto l’uomo fosse riuscito a distruggere la propria dignità personale, l' etica professionale, a discapito dell’altrui incolumità. Avevo capito che mi avrebbe trapanato, con sadico interesse, otturazioni già esistenti, rifacendole ex novo, solo per un facile e disonesto motivo di guadagno. Come se i prezzi dei dentisti italiani, venticinque anni fa, fossero insignificanti. Sì mi sono detto, sbigottito quando sono stato paragonato al cavaliere spagnolo estroverso e un po’ buffo. Lo sarò pure, ma solo perché attorno a me non ci sono altri cavalieri. E pensare che quella madre ha sofferto tanto per una figlia che si era temporaneamente persa fra le tenebre di una vita avventurosa quanto pericolosa. Una ragazza che per fortuna è riuscita ora a ritrovare sé stessa, il gusto della vita, probabilmente un lavoro dignitoso, come dignitoso è ora il suo modo di vestire. Il suo viso ora è pulito come pulito è il suo ritrovato sorriso, che aveva smarrito per strada. Sorriso che stava smarrendo pure mio figlio, se non lo avessi con coraggio denunciato ai carabinieri, facendo con il suo anche i nomi dei probabili amici, frequentatori del gruppo. Nulla di grave dicono, ma quando trovai, a seguito di un’intuizione di mia moglie, le cartine per confezionare gli spinelli, non ci vidi più e presi la drastica decisione che forse lo ha salvato. Ora è un ragazzo impegnato che si sta specializzando dopo aver preso la laurea in ingegneria navale. Ricordo ancora oggi il terrore nei suoi occhi allorché tornai dalla stazione dell’Arma. Bastò la minaccia per farlo desistere dal frequentare quella sfortunata compagnia di figli della disperazione, uno dei quali è deceduto. Ecco un concentrato di miserie umane, e in tutto ciò c'è, come unico fuoco che le alimenta, la malattia mental. La pazzia di chi non vuole vedere oltre, di chi non vuole sembrare un don Chisciotte. Di coloro che vivono di apparenze, omettendo, non denunciando, rinunciando a scindere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, l’utile dall’inutile. Coloro che confondono la ricchezza ed il benessere con la miseria di possedere quel marciume chiamato danaro, accumulato, tramite la disperazione, il sacrificio umano anche fisico, la fatica e il sudore del prossimo. Ora so che non sarò benestante, ma non per un lavoro che non mi dà il giusto, quanto perché ho scelto liberamente di annusare il danaro, di sentirne il profumo o riconoscerne il lezzo. Io perlomeno non voglio neppure lontanamente esser complice anche involontario di sistemi di arricchimento disgustosi, che non dipendano cioè dalla sola capacità professionale, intellettuale manuale che sia. Così era una volta e così sarà in un prossimo futuro. La Croazia sta mostrando al mondo i gioielli delle sue coste e della sua natura per ora incontaminata. Gli Italiani hanno cercato , come untori d’altri tempi di spargere in quelle terre il virus tremendo della corruzione e dello scempio edilizio. Per fortuna il governo Croato ha capito a cosa sarebbe andato incontro cedendo alle lusinghe dei nostri imprendimafiosi. Il loro turismo decolla mentre le nostre coste bruciano, il cemento avanza ancora e sempre con più arroganza. Come un liquido viscido e nauseabondo che si sparge, allargandosi senza freno alcuno sul residuo terreno vergine e fertile. Le coste sono sparite, al posto delle pinete e dei pini marittimi, sono spuntati dappertutto boschi di tela colorata. Una miriade di ombrelloni variopinti. Al posto della finissima spiggia, un' immensa piattaforma di pedalò, sedie a sdraio, piastre di cemento, di plastica o di legno. Invece delle pozzanghere naturali d'acqua salmastra, liquame delle docce e dei WC. Il tutto condito dalla coreografia di un panorama di palazzacci seguiti da bar, ristoranti, alberghi, negozi, villette. Scatoloni infuocati che poi in inverno si svuotano completamente, lasciando che la coreografia estiva, lasci il posto a quella che si è abituati a vedere sullo schermo, nei films western. L'immagine di città deserte, di strade abbandonate, spazzate dal vento proveniente dal mare che ha nel contempo recuperato gli spazi a lui sottratti dalla cupidigia umana. Gli occupanti temporanei di questa giocattolo sempre rotto, si trasferiscono altrove, dove al posto del mare, pieno di meduse e di alghe, si può trovare un residuo di neve macchiata di fango. Una forzatura, di agglomerato di neve artificiale, spruzzata per mezzo di cannoni da neve, tubi che vomitano verso il cielo un concentrato di cupidigia. Neve che in un attimo si scioglie, come si scioglie tutto attorno a noi, il grasso del nostro corpo rifatto con l'uso del silicone iniettato nelle labbra, modellato nei sederi inserito sotto la cute dei seni delle nostre bambole di gomma. Bambole che anche i giornali esteri, hanno indicato come le prime in tutta europa ad allargare le gambe!!. Ma solo per amore, s'intende!!.Tutto ciò per attirare il Dio turista, portatore di mazzette o di monete suonanti. Homo stancus, che come un pazzo, fugge da un inferno per infilarsi ciecamente in un altro , questo sì vero, fatto di fiamme e di fuoco. Euforico essere umanoide che si allontana da casa anche per morire contro i platani della Riviera romagnola. Senza sapere che la sua ora era già programmata cinicamente. Per il semplice motivo che le vittime sono state già precedentemente sacrificate sull’altre del piacere assimilato con l’ebbrezza dei suoni, della droga, del sesso e da ogni forma di eccesso, in quei circhi del divertimento chiamati Discoteche o Club! Operai senza paga, Morti ammazzati, Discariche abusive di veleni, ulteriori emigrazioni nel territorio, lotte fra politici, corruzione, malaffare, prostituzione, immoralità, droga. Ecco quella lunga lista di sciocchezzuole che un illuso e strano personaggio, condannava inascoltato, gridandolo apertamente, come un pazzo Don Chisciotte. Stupido ed ingenuo errante che sognava di cambiare il mondo mentre alla fine èstato da esso fagocitato. E sapete perche? Perché , non aveva capito una banalissima cosa: che chi sceglie questo tipo di vita è cosciente di quello che fa, delle conseguenze di cui non si preoccupa, come è cosciente e se ne frega, di limitare con il loro modo di fare e d'agire, i diritti altrui e l’altrui libertà. Non per ultima, quella di baciarsi in pubblico come moltissime coppie fanno anche se non Gay.


Italo Surìs

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