martedì 31 luglio 2007

il miracolo di cuoio


31 luglio 2007

Una novità letta sul mio solito giornale mi ha finalmente dato un briciolo di allegria, poca per quello che vorrei è vero, ma che ha per me un significato enorme: la speranza.


Vi accenno, riprendendo le prime righe dell'articolo letto, il motivo per cui mi sono risollevato moralmente. Ecco le parole fra virgolette.


"Tu chiamale se vuoi illusioni. Ma quando la vita è un deserto, non è il caso se dibattere se si è raggiunta un'oasi o avuto un miraggio, quel che conta è la tregua dall'arsura della propria miseria".

Belle ed intense queste parole, che rispecchiano la realtà di molti disperati per i quali il sogno è tutto, è speranza, è vita, è sogno, è certezza, è forza e disperazione assieme. Chi più di uno che di sogni ha vissuto lo può sapere!


La squadra Irachena di pallone, seppure rappezzata e riunita per l'occasione, amalgamata e allenata in appena una settimana , ha vinto!. Sì ha vinto come solo le squadre che hanno qualcosa da gridare al mondo possono fare. E con essa ha vinto tutto il popolo Iracheno che ha finalmente , sfidando attentati e coprifuoco, dimostrato la sua reale volontà. La pace, l'unità, la ricostruzione , la fine delle sofferenze e della guerra portata in casa loro da altri. Che questi si chiamino Da Al Quaeda, Israele, Siria o America, non ha importanza.


Per un'intera giornata hanno festeggiato, si sono abbracciati, hanno sparato in aria, si sono tuffati nel Tigri, hanno scorazzato su auto e furgoni e con ogni altro mezzo, per la capitale ed in tutte le città dell'Iraq. Ecco così vorrei per sempre vedre questo popolo, un popolo libero, uno stato indipendente e sovrano, un popolo in pace che possa prosperare senza forzature, ma con scelte condivise fra le varie etnie e tribù, fra i rappresentanti delle varie religioni.


E' bastato un gol, ma è stato un gol sofferto più di quanto non si pensi. La squadra di questo paese martoriato non era considerata certo fra le possibili candidate alla vittoria, tutt'altro, ma il coraggio la determinazione e la disperazione, emozioni che l'allenatore brasiliano è riuscito a mettere in evidenza e a valorizzare in ogni giocatore, concentrandole in un unico comune denominatore; l'unità, hanno fatto il vero miracolo!. Un evento spettacolare che mi auguro abbia alla fine fatto capire, l'importanza d'essere uniti.


Ciò vale per tutti i popoli e a maggior ragione per il popolo Italiano che non si rende ancora conto quanto sia pericoloso disgregarsi per motivi egoistici ed ideologici.


Italo Surìs

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