mercoledì 9 aprile 2008

revisionismo alla Dell'Utri

09 aprile 2008



Una foto appare su repubblica a pagina 10. E' quella dell’ex presidente del consiglio Silvio berlusconi che abbraccia con aria affranta Marcello Dell’Utri, un vecchio compagno di 40 anni fa, forse amico del cuore o di politica, chi sa, gli amici in fondo potrebbero essere fedeli anche negli affari. E’ questo un caso di quelli? Non lo saprei proprio, certo che un grande affetto lo lega dalla gioventù, strategie politiche concordate fra i due hanno fatto sì che la Sicilia intera diventasse forzista. Grande sicuramente è il potere di convinzione sugli elettori di quest’uomo tutto d’un pezzo, come grande è la fede nella cristianità, sul valore di uomini che altri potrebbero definire tutto fuorché eroi e sul revisionismo storico che dovrebbe più interessare ai simpatizzanti fascisti che ad un partito popolare.

Se dovessimo vincere le elezione faremo riscrivere i testi scolastici, basati su menzogne ed imprecisioni storiche di parte. Nelle università comanda la sinistra, forse in talune è vero, in altre private di sinistro c’è solo il convincimento di essere di razza superiore e di intelligenza più acuta. Mangano lo stalliere morto di cancro in carcere è per lui un eroe, è morto perché non ha voluto accusare lui e Berlusconi, denunciarli o indicarli come probabili menti o elementi legati al sistema mafioso. E’ un segreto che si è portato nella tomba, nella stessa fossa comune ove giacciono nel più assoluto silenzio le verità di questo paese così industrializzato e controverso. Come giustamente devo dare atto a Di Pietro, le sue affermazioni assomigliano più ad una campagna politica rivolta ad una fascia di elettori a lui devoti, quali potrebbero essere?, non certo i pentiti che denigra e considera inattendibili, non certo gli storici, sicuramente i gay,. E non ne riesco a capire il motivo e i cattolici integralisti, quelli che fanno astinenza sessuale, usando la stessa come se fosse un cilicio.

La storia è da riscrivere vero, spero anche quella del sud, una parte martoriata di questo paese che rischia il distacco dalla realtà produttiva del resto del paese, l’isolamento in un’Europa che si sta realizzando anche politicamente, l’antimafia che considera solo parzialmente positiva è l’unica struttura che potrebbe permettere quella legalità di cui una regione isolata geograficamente e politicamente ha realmente bisogno per rilanciare quello sviluppo economico di cui ha necessità, non tanto per la sopravvivenza fisica, quanto per la crescita democratica e morale. Strumenti quest’ultimi per determinare i presupposti per una vera libertà sociale.

Italo Suris

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