25 aprile 2008
Ecco i fianchi delle montagne sui quali si inerpicavano i nostri giovani partigiani. Al collo un fazzoletto, verde o rosso, ma anche non colorato serviva ad asciugarsi la fronte e il viso dalle gocce di sudore , ma anche per tamponare il sangue delle ferite. Sulle spalle arrancando faticosamente sui pendii dei monti, piccoli o grandi zaini colmi di munizioni, alla cintola binocoli o vecchie rivoltelle , mentre mitra e fucili venivano portati sulla spalla destra. Non erano normali armi da caccia, erano stati portati o paracadutati nelle notti più buie o appena illuminate dal chioarore della luna dagli aerei inglesi o americani, guidati sul luogo da mcapitani dell'esercito alleato che erano stati mandati in queste ed altre valli per organizzare la lotta civile di liberazione. Americani ed inglesi, non certo russi! o perlomeno non solo. Sono boschi e terra ancora intrinsa del loro sangue, fusti di alberi e rami che hanno accolto le loro budella. Questa signori è stata la resistenza, non è stata certo una passeggiata.
Capire, soprassedere, perdonare; questi sono gli elementi e le condizioni minime per rapportarsi con le persone e trarne anche un vantaggio. Quello di potersi sedere con tranquillità in poltrona per discutere di tutto, un pò
venerdì 25 aprile 2008
inerpicarsi per salvarsi
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