martedì 29 aprile 2008

notturna del mattone


29 aprilr 2008

Sembra quasi essere in un'ora notturna, nel buio quasi completo appaiono come angeli fioriti, due piante zeppe di speranza per l'uomo, un invito a migliorare, a lasciar libera la natura e a non imprigionarla ulteriormente nel cemento, in grigi manufatti carcerieri di ogni libertà. Edifici in cui si rinchiudono per tutta una vita le speranze dell'uomo, mentre il più delle volte, crescono smisuratamente soprusi e violenze. Alberi che con il colore dei loro fiori, inneggiano alla purezza dell'anima e si fanno spazio fra le macerie costruite dall'uomo, forza della natura contro ogni violenza e sopruso. E proprio come ha già fatto nelle foreste del messico e dell'amazzonia, la natura soffocherà le nuove piramidi Maya ed Azteche, speldore di un passato soffocato nel sangue, templi di devozione del proprio ego.

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