lunedì 21 aprile 2008

la Vittoria in tasca


Una v di vittoria costruita dall'uomo. Sempre e solo una gara da cui forse escono tutti sconfitti. Ormai tutti alzano le dita della mano destra in segno appunto di illusoria vittoria. Ho visto questo segno fatto da bambini libanesi, nei campi profughi, da altri un pò più grandi ingannati dal loro paesi e mandati a morire in posti lontani. Sorridevano mentre imbracciavano i mitra, additando uno straccio di essere crivellato di colpi riverso nella polvere del deserto iracheno. La v di vittoria degli hulligan nazionali dopo aver divelto sedili ed inferriate, quella dei vietnamiti nel 68 o degli Afgani ma anche di ingenui bambini dopo una partita di calcio. Identificazione e desiderio di essere i migliori, i vincitori fra esseri divisi da ideologie a costo di uccidere. La morte degli altri ci rende forse più potenti e capaci? e la nostra, mi chiedo, chi farà un domani sorridere, mentre una foto ricordo, diversa certamente da questa, immortalerà l'avvenimento? Una vedova allegra o un collega di lavoro oppure figli o nipoti titolari di un testamento. In questo caso sorride l'ambiente, lo studio che ha guadagnato, nell'arredo, la praticità.

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