giovedì 17 aprile 2008

Napoleon

17 aprile 2008

Basta poco ormai per fare una foto, serve solo estrarre, come in questo caso, un cellulare e riprendere o meglio immortalare l'oggetto su una pellicola di sali d'argento moderna, costituita da sostanze sensibili alla luce che trasformano la natura così complessa in file formato jpeg. Immagini che saranno poi immagazzinate in quantità enormi in una minuscola scheda non più grande di un'unghia di un dito e che all'occorrenza, si ripulisce formattandola, dopo aver scaricato i files in una memoria più capiente.
Ecco che il mondo ti sta magicamente in un taschino, e come per incanto, lo rivedi comodamente seduto davanti ad un pc o ad uno schermo LCD di una moderna TV. Lo trasmetti se vuoi, via internet, in paesi mai conosciuti alla velocità della luce. E' questo il vero miracolo degli anni tremila, la rivoluzione culturale che darà negli anni futuri sviluppo ed occupazione, non certo solo i ponti che collegheranno la terraferma alle isole del nostro paese. Parlo di un manufatto imponente, probabilmente impotente, che sarà costruito e forse difficilmente ripagato nel tempo.
Perchè l'alta velocità non è solo quella della rete cablata del Web, ma è pure quella che serve per trasportare le primizie del nostro paese, mezzogiorno compreso, su binari, fino ai paesi d'oltralpe. Svizzera, Germania o Belgio ed Olanda, ma anche Balcani o Bielorussia oppure la Russia stessa, come dovrebbe realmente essere, nonostante la parvenza di un ritorno della guerra fredda con i paesi confinanti, da parte della stessa. La Russia è sempre stata Europa, terra di Zar apparentati ai monarchi dell'ovest Europeo.
La Francia di Luigi XV° e la stessa Spagna e l'Italia, oppure l'Austria. C'è lo stesso sangue fra i popoli di diverse e lontane nazioni, anche se versato, macchiando la candida neve, su fronti diversi, in guerre diverse, sostenute in gelidi paesi lontani. Liquido ematico riversato dalle arterie devastate di piccoli e grandi uomini in armi, fra le zolle delle tundre, nelle dacie o nei fienili delle estese campagne confinanti con le città del paese di Alessandro II e di Michele III Romanov. Città dal nome curioso scritto in cirillico, che qualche sopravissuto della ritirata di Russia, ricorda ancora con angoscia.
Strategia militare o politica la chiamavano allora. Proprio come quella degli anni a venire,che costringerà i paesi dell'est ancora titubanti, a fare corpo con la nascente nuova e grande corporazione Europea. E sapete perchè?, per contrabilanciare le grandi potenze asiatiche emergenti. L'equilibrio è fatto oggi come allora di numeri, di uomini in armi o dietro ad un monitor, sui pescherecci o fra ghiacciai dell'Antartide.
E' forse questo ciò che frulla nel cervello del nuovo Napoleone Italiano?, l'ultimo colpo gobbo per diventare come lui stesso desidera, il più grande stratega politico di tutti i tempi, un Berlusconi, fra i tanti Napoleoni?. Staremo a vedere.

Nessun commento:

pub-9734653329526511