martedì 13 maggio 2008

la cultura come badante

13 maggio 2008

Da quando si è insediato il nuovo governo, già si vedono le conseguenze mediatiche e anche medianiche . E' chiaro che mi riferisco alla trasmissione di Fabio Fazio “ che tempo che fa”, quella in cui è stato intervistato Marco Travaglio, lo scomodo scrittore di “se li conosci li eviti”. Ma cosa è successo di così grave da creare un putiferio negli schieramenti e componenti politici, sia di destra che della sinistra?, nulla che non si sappia o si immagini, niente di così grave per un paese che ci ha abituato a convivere con amministratori il cui passato non è del tutto cristallino.

Personaggi che nessun’altra nazione al mondo, avrebbe fatto arrivare ai posti delle più alte cariche istituzionali. Nello specifico, il nostro spericolato giornalista, rispondendo ad una domanda di Fazio, ha apertamente dichiarato come Schifani, la seconda carica dello Stato, sia stato negli anni novanta socio in affari di personaggi inquisiti di collusione con la mafia, se non addirittura indicati come tali. Apriti cielo, Fazio si è scusato immediatamente con il pubblico per le dichiarazioni espresse dal giornalista, definendole offese. E’ intervenuto finanche il direttore della Rai, per prendere le distanze da quanto è avvenuto.

Politicamente Travaglio è stato criticato aspramente da esponenti del nuovo partito Pd alla stessa stregua di quelli del Pdl. Schifani poi, sembrerebbe che abbia dato mandato ai suoi legali per denunciare Travaglio per calunnia. Ora sfiderei chiunque ad accusare Travaglio d’ingenuità o di malafede. Per chi lo conosce, come appunto è stato sottolineato anche per Vittorio Sgarbi, ciò che è successo era prevedibile. Ma di che cosa pensate che potesse parlare un giornalista impegnato nella ricerca di verità, che nel caso specifico erano già a conoscenza di un vasto pubblico di lettori, attraverso la lettura di libri di altri scrittori e di riviste quali l’espresso? E’ chiara l'intenzione di eliminare, come lo stesso Travaglio ha previsto, una voce scomoda come la sua da trasmissioni televisive della Rai. Per far ciò sono andati in cerca di un pretesto, un meccanismo che non è andato a buon fine con il precedente invio di Vittorio Sgarbi ad Anno Zero, un alibi che se non sussiste, lo si inventa.

E’un vecchio sistema conosciuto ormai dai più, prima ti denuncio o ti licenzio e poi si vedrà. Ecco spiegata la decisione di Schifani di ricorrere alla Magistratura, un atto che molto probabilmente resterà solo una semplice dichiarazione e anzi si tramuterà in un gesto di clemenza, da parte di una delle più alte cariche dello Stato, a favore della libertà di stampa. Ma anche gli zerbini scrivono e ormai non c’è un giornale che non assomigli, nei temi e nel contenuto all’altro, tutti a quanto pare condizionati pesantemente dal potere. Oggi su Affari Italiani, leggevo le dichiarazioni del regista Sorrentino, il quale sta girando un film su Andreotti intitolato “Il Divo”. Nell’articolo di presentazione del nuovo film, ha fatto una corretta considerazione su chi avrà il potere un domani.

Ha fatto un ragionamento che non fa una piega e che condivido pienamente, questo: “Il potere lo possiederà chi avrà in mano la comunicazione, i giornali, il mondo digitale e le televisioni.”. Peccato che si sia dimenticato di aggiungere qualche altro elemento importante quale; la cultura, la scuola, la multimedialità e quindi l’arte, la musica e soprattutto il cinema, proprio quello che fa lui. E’ iniziato un revisionismo non solo storico, ma anche culturale ed ideologico. Personaggi che si etichettano di destra si stanno impossessando, fase iniziata già nella passata legislatura e sospesa temporaneamente dal Governo di Prodi, dei punti strategici del sistema culturale Italiano, quello che era elemento caratterizzante della sinistra.

Ecco perché è iniziato l’attacco agli ultimi irriducibili “anarchici”: parlo di Grillo e di Travaglio, di Santoro e di pochi altri. Sta prendendo il via l'assalto finale e la conquista da parte della casta azzurra, della televisione pubblica. Fra diciotto giorni vi sarà l’elezione del nuovo CdA della Rai e nulla può essere lasciato al caso, nemmeno due trasmissioni che puzzano tanto di “ alibi”, quella precedente di Santoro e quest’ultima di Fazio, che spero in buonafede o inconsapevole strumento di poteri nemmeno tanto occulti. Aspettiamoci di vedere a breve Santoro e Travaglio, in giro per l’Italia assieme a Grillo. Per quel che mi riguarda ritengo che Di Pietro debba dissociarsi completamente dal nuovo partito di sinistra, per vigilare attentamente sulle leggi e le scelte che il nuovo Governo farà nell’immediato futuro, a salvaguardia della democrazia.



Italo Suris

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