domenica 7 aprile 2013

Le catene che ci imprigionano sono in noi.







Ho letto ultimamente un libro di Ghandi che conteneva   la sua autobiografia e alcuni consigli di vita. Poi questa sera ho sentito per un attimo Saviano, due sole parole, un secondo soltanto per sentire"al giorno d'oggi  bisogna prendersi  quello che si vuole". E ancora, "il danaro fa la differenza, chi ne  possiede, ha la ragione dalla sua parte. Che differenza abissale fra il pensiero dei i saggi  e la convinzione degli arrivisti, i nuovi sultani degli anni tremila. I primi  negano ogni identificazione con cose e simboli i secondi sono invece  drogati dalle apparenze, dai nuovi idoli e dal consumismo. Purtroppo fra costoro ci sono anche uomini di Chiesa o forse la stessa Chiesa è stata anch'essa finora simbolo di potere politico ed economico. Giro per le strade per raccogliere danaro per una parrocchia ungherese, la gente dona con difficoltà, ha paura. Di cosa? di due cose. Di essere imbrogliata, ma sopratutto di perdere un po' di sicurezza, quella sicurezza che la droga cartacea sembra dia. Ecco sostanzialmente la differenza fra le due figure sopra menzionate. Il primo trova la sicurezza nell'eliminazione di ogni paura e del simbolo che la rappresenta o se volete del rovescio della medaglia, il secondo insegue le sue paure cercando di vincerle stordendosi con vecchie e nuove droghe naturali e psicologiche, in una corsa senza fine. La pace interiore invece viene con l'eliminazione di ogni bisogno sia fisico che mentale. Solo così si può raggiungere  quella serenità nella passività comportamentale ed emozionale. La solitudine, la preghiera se vogliamo  e la meditazione, un continuo controllo passivo delle proprie emozioni e dei propri impulsi, condurranno  a quella pace interiore che pochi sono riusciti ad ottenere. Per questo tipo di uomini, nulla potrà imporsi e nulla temeranno perché più da nulla dipenderanno. Sono uomini liberi da ogni catena.

Italo Suris

Nessun commento:

pub-9734653329526511