Non sono riuscito a leggere completamente l'articolo sulla repubblica che parlava di cittadinanza agli stranieri. I commenti e le chiacchiere lasciano il tempo che trovano. Dirò solo quello che ho sempre pensato e ho, in tempi non sospetti, anche messo nero su bianco. Lo ripeto ancora: cittadino italiano è, anzi dovrebbe essere, non solo colui che nasce in Italia, a prescindere dal colore della pelle o dalla forma dei suoi occhi, ma anche chi si impegna per il bene della comunità. Mi conforta la statistica letta da qualche parte. Nella stessa si dimostra come la produttività dei lavoratori immigrati sia superiore a quella di operai di etnia locale, sebbene vengano retribuiti con una paga nettamente inferiore. Ma nella logica di potere e di arrogante pretesa di superiorità, questa è stata fino ad ora la normalità. Cosa ne consegue per il sistema economico italiano? Semplice che nei paesi abituati da anni all'immigrazione e in cui vi è una maggiore integrazione sociale degli immigrati e che basano il proprio sviluppo su una condivisa sinergia fra i vari componenti della società, la crescita economica sarà superiore alla nostra. Tutto qui, a noi la scelta.
italosuris
Nessun commento:
Posta un commento