lunedì 14 luglio 2008

accettare per cambiare

14 luglio 2008





Avete mai pensato che per vivere in serenità, la società e quindi la gente che ci circonda, deve essere trattata come il coniuge? Si accetta per quello che è, senza a tutti i costi volerlo cambiare.


meditate gente


Italo Suris

mercoledì 9 luglio 2008

chi di pompino colpisce, in carriera finisce

09 luglio 2008



Fatemi un "pompino" e vi solleverò il mondo. Parafrasando la celeberrima frase, potremmo affermare come ormai il pompino, in latino faellatio, stia diventando l’occupazione preferita delle donne, e non, che vogliono fare carriera. E' l’unico lavoro che probabilmente sanno fare, rende molto con uno sforzo relativo e risulta anche piacevole. Un buon rapporto qualità prezzo, non c’è che dire "l'alta tecnologia degli anni tremila", una tecnologia che non costa in ricerca, un lavoro che provoca pochi incidenti e quindi poche "morti bianche!". Tutte fra l'altro prevedibili o prevenibili, perchè da soffocamento!

Non voglio fare polemiche, anche se il collegamento agli ultimi avvenimenti e alle indiscrezioni apparse sui giornali relative alle intercettazioni di politici nostrani, sorge spontaneo. Ma questa stesura di post, serve solo a fare un’analisi più approfondita di ciò che la” faellatio” o "pompa", ha significato nella politica di tutti i tempi, presso tutte le nazioni.

In Francia, nei regni e nelle monarchie Europee del 1500 esistevano, se ben ricordate, le cortigiane amanti del re o dei suoi ministri. Anche nell’antica Roma il potere durante gli anni del decadimento si gestiva più nelle alcove che nei luoghi istituzionali, mentre a Venezia negli anni del 700, sappiamo che mogli di potenti e commercianti, giravano di notte mascherate per trovarsi giovani amanti o partecipare a goderecce orge collettive.

Ma come ha detto la Guzzanti durante il raduno di piazza Navona a Roma, non facciamo i moralisti o i bigotti. Di ciò che sta succedendo nei palazzi del potere, ne ho abbondantemente parlato in modo critico nei mesi precedenti e non certo perchè mi considero un santo, quanto per motivi di etica, serietà e rappresentività che i nostri amministratori dovrebbero tenere per rispetto, nei confronti di chi li ha eletti. Ma sto rivedendo le mie posizioni, ora non mi scandalizzo più, nè m'incavolo. E’ quello che vorrebbe la politica e con essa il potere; sfiancarti, prenderti "per fame e per sete" per sfinimento o rassegnazione, non dandoti corda e obbligandoti alla fine ad accettare come normale tutto ciò che avviene. E' il vecchio sistema adottato anche dalle imprese, prima si fa e poi si vedrà.

Alla fine ogni stranezza, anche la più impensabile, verrà digerita e considerata normale, anzi chic o di moda. Non lo dico io, lo ha ammesso lo stesso presidente del Consiglio all'ombra del suo "panama", affermando che "agli italiani il galletto piace", si è dimenticato di dire come però. Ha ragione Lui, gli italiani sono un popolo di goderecci, viziati, corrotti ed inaffidabili; analisi della FBI americana, sfuggita erroneamente durante la riunione del G8 di questi giorni.
Noi siamo solo degli invidiosi che vorrebbero avere il potere ed i soldi di Silvio, la bellezza ed il fascino della Carfagna, la moglie di Mastella o di Fini, la ditta della Mercegaglia e l’intelligenza di D’Alema o di Tremonti. Uniche cose che ci farebbero meno piacere, potrebbero essere probabilmente: la statura di Brunetta, l’andatura e il fisico di Fassino, l’età d’Andreotti e i lineamenti del viso di La Russa o di Veltroni, e non ovviamente a tutti, visto che il canone di bellezza è soggettivo per ognuno di noi.

Ma si sa i ministri non sono degli extraterrestri né tantomeno extracomunitari, per cui fisicamente hanno le caratteristiche antropologiche della massa, del popolino intendo. "L’uccello no", quello è speciale, o è sempre in "tiro", o addirittura è d’oro con due grossi diamanti al posto dei testicoli. Ed è questo signori, l’unico vero motivo di tanto interesse per i nostri rappresentanti politici da parte della collettività. Tutto in loro risplende, meno ovviamente la testa, che ad eccezione di Schifani costretto a levarsi il riporto dal Berlusconi e a pochi altri, non soffrono di calvizie incipiente o alopecia.
Silvio invece, ha pensato di ovviare al problema con dei piccoli accorgimenti e alcuni colpi di pennarello. E' forse per questo, che taluni lo individuano sotto lo pseunonimo di "testa d'asfalto". Tutto qui signori, cosa ci vedete di così strano e di così amorale in quello che succede attorno a noi?. Il sesso è parte fondamentale della nostra esistenza e allora?. Aspettate in fila con pazienza, vedrete che arriverà anche il nostro turno, "prostata ed erezione" permettendo.
Italo Suris

venerdì 4 luglio 2008

un cero alla Madonna


03 luglio 2008


Ho provato a leggere in questi giorni i quotidiani, anzi il quotidiano che di solito acquisto, ma vi assicuro che non scorro più le righe dello stesso, con convinzione e curiosità. Mi fa tanta tristezza leggere ciò che i media sono costretti, per motivi di tiratura ma anche per mancanza di una reale libertà d’informazione, a pubblicare. Ci sono le solite notizie politiche che non trasmettono di certo all’italiano medio un senso di tranquillità e rasserenamento, ma che anzi iniettano nell’animo dello stesso, ulteriori angosce e preoccupanti dubbi sul proprio futuro economico e anche politico.

La diatriba nata recentemente fra il capo dello stato e il primo ministro, concernente la correttezza delle variazioni proposte nel disegno di legge sulle intercettazioni richieste dalla maggioranza, lascia presagire per il nostro martoriato paese, una guida della nazione a dir poco personalizzata o condotta, come nella precedente legislatura di destra, a colpi di maggioranza. Imposta, in altre parole, senza quel dialogo costruttivo che apparentemente le due forze contrastanti avevano promesso di attuare per il bene della comunità. Un progetto che avrebbe dovuto avere come premessa, lo smorzamento dei toni e un’opposizione compatta ma nel contempo ferma e dialogante, allo scopo di approvare congiuntamente quelle leggi che avrebbero permesso al paese di riprendersi dalla stagnazione economica.

La legge che si potrebbe a quanto sembra trasformare in decreto, se alcune premesse non venissero approvate, potrebbe, come tutti immaginano, provocare danni enormi all’intera collettività, oltre naturalmente al potere della Magistratura che tutto è tranne che politico. E’ la prima volta che in questo paese osserviamo una presa di posizione da parte della maggioranza così dura ed intransigente e sicuramente non sarà certo l’ultima. E’ impensabile che gli elettori non si attendessero questo comportamento da parte della maggioranza, vista la chiarezza degli intenti del vicepremier, su argomenti ben noti: l’intercettazioni e lo strapotere della Magistratura delle toghe rosse, oltre ovviamente l’impunità per determinati reati, almeno per le prime cariche dello stato, come se ancora ce ne fosse bisogno.

Come si è ben capito la minoranza è allo sfacelo, divisa com’è da continue lotte intestine, da correnti, da partiti e partitini, da interessi personali o di casta e l’unico che è consapevole che questo è il momento per agire indisturbato, è proprio Berlusconi. Il Pd non esiste se non sulla carta. E’ l’ embrione di una mantide, quell’insetto che dopo aver copulato, divora il compagno. Ed è proprio ciò che è successo all’Ulivo e che probabilmente accadrà ad altri partiti della sinistra, in una lotta fratricida o forse rigenerante.

Il giorno 8 luglio vi sarà a Roma, una dimostrazione promossa da Micromega, organizzata da Furio Colombo e benedetta da Umberto Eco e dalla maggioranza delle persone che non vedono più rispettati i principi di democrazia e di costituzionalità. Io ovviamente, per molteplici motivi, non ci sarò. Come non starò più a “chiacchierare” di politica, una parola che per me non ha più senso d’essere, anzi che abolirei dai dizionari nazionali, assieme a giustizia e democrazia, sviluppo e meritocrazia, ricerca ed imprenditoria, conscio che ciò comporterebbe il rischio di trasformare i vocabolari in piccoli bignami dei “contrari”.

Siamo finalmente riusciti a fare quello che non riuscì a fare Attila. Allora fu bloccato alle porte di Roma. Qualcuno ebbe il coraggio di fermarlo sollevando la croce. E forse è ancora la croce che ci può aiutare, rappresentata però dall’unione di persone impegnate sotto il segno di un credo etico e morale oltre che religioso, dedicandosi al prossimo disinteressatamente , per un senso di responsabilità e di giustizia. La vera costituzione è già stata scritta a caratteri cubitali duemila anni fa e sono le tavole con i dieci comandamenti, che alla fine se analizziamo bene sono i principi fondamentali del vivere in armonia.

Non dovrebbe essere difficile in questo modo far politica. Basterebbe assecondare i propri pensieri positivi, facendo seguire al pensiero i fatti dettati dalle parole dei saggi ed dal verbo di Dio. Non serve essere cattolici o protestanti o islamici per farlo, basta essere dei giusti, degli onesti, degli umili e buon lavoratori.

Allora consiglierei a coloro che saranno presenti a Roma, in piazza Navona o in qualunque luogo in cui si svolga la manifestazione, di vestirsi semplicemente con una tunica bianca, un saio della saggezza e della responsabilità, camminando lentamente e con serenità nel silenzio più assoluto. Un mutismo che rappresenterebbe, in modo originale e controcorrente, quell’urlo di rabbia che ogni cittadino onesto e consapevole, riesce ancora a trattenere. Un solo simbolo potrebbe accomunare i partecipanti: un cero o una fiaccola tricolore. Simboli di unità nazionale e di speranza che qualcuno dall’alto si accorga di noi.

Italo Suris
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