http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=tu+vuo+fà+l%27americano&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CC4QtwIwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DBqlJwMFtMCs&ei=GTJfUfPtDaeF4ATFzYHQBA&usg=AFQjCNF1akD889yoYBu4ob4WlejclSvwYw&bvm=bv.44770516,d.d2k
Ben tornati lettori, sempre che ce ne siano. Questa sera in questo post vorrei segnalare la stranezza comportamentale dell'essere umano. Già, non nego che mi considerino un tipo un po' strano un bambino dispettoso o un adulto immaturo che si diverte a fare dispetti in continuità. Almeno così pensa la gente pseudo normale. Sicuramente mi diverto ma non certo a giocare con la stoltezza umana, solo mi permetto di farlo notare. Metto volontariamente o involontariamente in evidenza i loro difetti o almeno quelli che io reputo tali. D'altronde, come chiunque sa, nel mondo in cui viviamo delle cose altrui ognuno si sciacqua la bocca, sopratutto se non ne capisce il fine. Un comportamento incomprensibile risulta bizzarro e chi lo mette in atto, sicuramente un tipo un po' " strano". Poi, come spesso succede, quando capiscono cosa si voglia fare o dove si voglia arrivare, è tardi. Il loro sorriso da ebete sparisce improvvisamente dal loro volto di essere superiore. Sparisce anche quell'espressione di sufficienza e la reazione più comune in genere è di rabbia e di risentimento, se non addirittura odio per " sentirsi gabbati o truffati, da sé stessi fra l'altro e dai loro stessi pregiudizi. Elementi che voi stessi potrete percepire e osservare nel caso che citerò.
Bene, se leggete la lettera pubblicata nell'ultimo post intitolato " lettera di un parroco misericordioso,"capirete che il sottoscritto sta cercando in tutti i modi di aiutare una comunità in difficoltà. Ho pensato, non essendo in possesso dei mezzi di comunicazione al di là di questo blog, e anche perché la gente possa conoscermi personalmente e fidarsi di me, di girare casa per casa. Un sistema che mi permette di consegnare personalmente l'appello di Padre Szigeti Antal. Ho camminato per tutta la città per due mesi, accolto apparentemente con un sorriso di approvazione ma che io, visti i risultati, reputo ipocrita o di commiserazione. Molti, avendo sentito parlare della lettera, erano anche desiderosi di leggerne il contenuto. Io, ingenuamente, non volendo dare all'iniziativa una forma di accattonaggio, non ho mai chiesto nulla se non di leggere attentamente l'appello e di chiamarmi nel caso avessero intenzione di donare qualcosa o di versare la cifra sul conto corrente allegato.
Alla fine del giro, trascorsi più di 60 giorni, ho fatto due semplici conti: 500 km. percorsi, 1500 lettere consegnate, due mesi passati a camminare per strade, vie e viuzze, una spesa di cancelleria e di benzina pari a 500/600 € e donazioni in danaro pari ad un importo di € 340, di cui una parte versata da me. Certo a caval donato non si guarda in bocca, ma se del cavallo ti donano solo i denti, c'è poco da star contenti, tanto per far rima. Ma ero già partito con la consapevolezza che i tempi sono difficili, e non solo, che non sono come dicevo ritenuto credibile e anche che ho tanti nemici per la mia passata e attuale attività sociale e politica. Non posso dare torto a questa gente con i tempi che corrono. Chi mai potrebbe dare i loro averi in mano a dei perfetti concittadini sconosciuti, che hanno lottato per il bene comune per anni? Certo la diversità non è intesa come ricchezza, il fatto di non riuscire a leggere nel pensiero di una persona spaventa e quindi lo si allontana per paura, ci si coalizza e lo si deride. Fatto sta che conoscendo la mentalità dei più e per affrontare i successivi percorsi in altri paesi sono stato costretto a fare pubblicità sui giornali locali di ciò che stavo facendo e del risultato della prima campagna di raccolta fondi. 50 persone su 2800, in due mesi, hanno donato 340 €. Nel paese limitrofo, in una settimana sono riuscito a raccogliere quasi il doppio. Non l'hanno presa bene.
Apriti cielo, la giornalista ha scritto infatti che in questo paese la generosità è latitante, che sarebbe bastato un Euro per ogni lettera consegnata. La somma ottenuta sarebbe stata sufficiente per risolvere il problema della parrocchia ungherese. Intanto io continuo a camminare lungo le strade del paese contiguo facendo la questua. Ho notato che un po' dò fastidio. Penso perché le persone si sentono costrette a dare, mentre un biglietto , come appunto la lettera, la si butta nel fuoco. Ecco perché ho cambiato tattica rispetto a prima. Chiedo subito un piccolo contributo. Alcuni ovviamente rifiutano ed io in cambio ho imparato a donar loro un'immagine della parrocchia ungherese che uso come ricevuta e come santino. Sapete una cosa? Nessuno la rifiuta perché vien come si dice da noi in Friuli " De riva in zò" Cioè scivola dall'alto gratuitamente. Giro le spalle e me ne vado sorridendo........e pensando. : tu vò fa L'americano , ma sì nato in Italy. Ovviamente quello che doveva essere un semplice articolo improntato sulla classifica di generosità di un solo paese ora si trasformerà in gara di solidarietà fra paesi attigui.
ciao a tutti.
Italo suris